L’istituzione di un tavolo permanente con un rappresentante per provincia degli OPI e l’assessorato alla Sanità per l’inquadramento professionale dell’infermiere di famiglia, con linee guida da prevedere nel piano sanitario regionale, e l’avvio di corsi di formazione regionali per gli infermieri esperti in cronicità.
È quanto stabilito nel corso del primo tavolo tecnico sull’infermiere di famiglia che si è tenuto questo pomeriggio tra l’assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco, l’assessora al Welfare Rosa Barone, gli OPI provinciali e il consigliere del M5S Marco Galante, da tempo impegnato per l’istituzionalizzazione di questa figura a livello regionale
“È necessario – dichiara Galante – procedere in modo omogeneo su tutto il territorio regionale per la formazione e l’inquadramento professionale dell’infermiere di famiglia e gli ambiti di intervento, dal momento che allo stato attuale le Asl stanno applicando tipologie contrattuali differenti. Allo stesso tempo va avviata l’interlocuzione con le università per istituire master come fatto in altre regioni. L’incontro di oggi è un punto di partenza e segna un cambio di passo rispetto al passato, con l’avvio di una interlocuzione costante con l’assessorato alla sanità. Il Covid ha fatto capire la centralità dell’infermiere di famiglia per garantire la continuità assistenziale e la presa in carico dei pazienti cronici. Nelle regioni come la Toscana, in cui è già pienamente operativa la figura dell’infermiere di famiglia si sono ottenuti risultati importanti sia per quello che riguarda la diminuzione della spesa sanitaria grazie alla riduzione del 20% dei ‘codici bianchi’ al Pronto Soccorso e del 10% delle ospedalizzazioni, sia per quello che riguarda il miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Da tempo parliamo della necessità di riorganizzare l’assistenza territoriale e grazie al ‘Patto della salute’ e al ‘Decreto Rilancio’ possiamo iniziare a lavorare per superare modello vigente e rispondere ai bisogni della popolazione fragile. L’infermiere di famiglia deve collaborare con medici, pediatri ed equipe multidisciplinari per garantire una presenza continuativa nella propria comunità di riferimento capace di di integrarsi con la rete di protezione sanitaria e sociale in modo da supportare pazienti e caregiver. Sanità e welfare devono rapportarsi per lavorare a più livelli per una sanità più vicina ai cittadini”.