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BRINDISI.Ospedale Perrino, le strategie di cura per il Covid: dagli anticorpi monoclonali al follow up per il Covid cronico

Nella Asl di Brindisi, finora, sono 83 i pazienti trattati con gli anticorpi monoclonali e 113 quelli presi in carico dall’ambulatorio del Perrino dedicato alla sindrome da Covid cronico.

“Dall’inizio della prima ondata – spiega il direttore sanitario della Asl, Andrea Gigliobianco – abbiamo individuato diversi approcci terapeutici per contrastare il Covid, cercando risposte clinicamente efficaci in ogni fase della malattia. Queste terapie, a supporto della campagna vaccinale, stanno dando esiti soddisfacenti e hanno ampliato la gamma di possibili soluzioni a disposizione degli operatori sanitari”. Gli anticorpi monoclonali possono contrastare il virus nelle prime fasi dell’infezione. Nell’individuazione dei pazienti eleggibili alla terapia, hanno un ruolo fondamentale i medici delle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale, che segnalano i singoli casi. Nell’ambulatorio dedicato al Covid cronico, coordinato dal direttore del reparto di Medicina interna Pietro Gatti,  arrivano invece quegli utenti che a distanza di tempo dalla negativizzazione, lamentano importanti strascichi che impediscono un completo ritorno alla normalità. “Dalla prima alla terza ondata della pandemia – spiega il medico internista Gerardo Marino – sono cambiati gli approcci terapeutici usati per il trattamento della polmonite interstiziale da SARS-CoV-2. Sin da subito abbiamo compreso l’importanza della ventilazione precoce e nel nostro reparto abbiamo affinato la tecnica di supporto ventilatorio non invasivo. Un’importante novità è arrivata dai monoclonali che possono essere somministrati in maniera efficace ai pazienti con fattori di rischio importanti, ma che ancora non abbiano sviluppato una polmonite diffusa”. Mariangela Barletta, specialista di Medicina interna, sottolinea che “i pazienti che arrivano in ambulatorio sono in costante crescita: sono per lo più giovani la cui sintomatologia di base è caratterizzata da astenia, una stanchezza che rende complesse le semplici attività quotidiane. Il nostro è un team multidisciplinare, a partire da otorinolaringoiatri e pneumologi”.  

“La prima ondata è stata traumatica da un punto di vista psicologico, per noi medici e per gli altri operatori – aggiunge Vincenzo Valiani, medico internista – poiché ci siamo trovati a combattere un nemico sconosciuto. Poi, abbiamo sentito il calore dei pazienti che ci sostenevano e abbiamo tratto la nostra forza dal reciproco sostegno, senza distinzione di ruoli: è stato un lavoro di sacrificio e di squadra. Come in tutte le battaglie, abbiamo subito dolorose perdite ma abbiamo anche ottenuto vittorie bellissime. Tutti insieme”.

All’ambulatorio si accede tramite il medico di medicina generale che segnala via mail il caso del potenziale paziente con una breve sintesi della sintomatologia prima della sua presa in carico.

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