Lavoriamo per favorire l’accoglienza e l’integrazione di chi fugge anche nella nostra provincia. La Cgil di Brindisi – così come altre Camere del Lavoro – sta lavorando sul fronte dell’accoglienza e dell’integrazione per chi fugge dalla guerra e dalla disperazione dall’Afghanistan, lancia un appello a tutte le istituzioni, ma anche al mondo dell’associazionismo a lavorare insieme per essere pronti a gestire la crisi umanitaria che si sta consumando sotto gli occhi del mondo.
Brindisi ha da sempre nel suo Dna il valore della solidarietà. La sua capacità di accoglienza e integrazione nel 2020 sono valse un premio Nobel per la Pace grazie al lavoro della Base di pronto intervento delle Nazioni unite e del Programma alimentare mondiale, l’esodo del popolo albanese ha visto il territorio capace di atti di straordinaria umanità e fratellanza.
Di fronte alla tragedia senza fine che si sta consumando non possiamo restare fermi. Occorre mobilitarsi. Non ci soffermiamo sulle responsabilità di questa catastrofe, pensiamo che si debba lavorare tutti insieme sul fronte dell’accoglienza mettendola in atto senza fare distinzioni per contribuire ad alleviare il dramma di quel popolo che non ha origine oggi.
Bisogna lavorare quindi non solo sul piano internazionale e nazionale ma anche a livello locale. Anche nel Brindisino dobbiamo essere pronti con azioni di sostegno concrete per chi arriva. In questo senso intendiamo offrire la nostra collaborazione alle amministrazioni e alle associazioni locali, perché si faccia rete e sia assicurata accoglienza e integrazione. In tal senso confidiamo in sua eccellenza, il Prefetto Carolina Bellantoni, affinché si trovi un momento per mettere insieme istituzioni e mondo del terzo settore per individuare le strategie più idonee allo sviluppo di una rete dell’accoglienza.
Come Camera del lavoro saremo promotori per la convocazione di tavoli istituzionali, con gli enti locali, sull’immigrazione per un’accoglienza dignitosa e per la creazione di percorsi di integrazione. E per questo mettiamo a disposizione le nostre strutture, il nostro sistema di servizi, per rendere meno complessi i percorsi burocratici per il rilascio dei permessi di soggiorno e l’accesso al sistema di welfare. È il momento di agire, convinti dell’insegnamento che ci ha consegnato il compianto Gino Strada: «I diritti degli uomini devono essere di tutti gli uomini, proprio di tutti, sennò chiamateli privilegi».
Antonio Macchia
Segretario Generale