BRINDISI.Polo Biblio-Museale. Rassegna settimanale di iniziative culturali, tra storia, teatro e letteratura
Il Polo Biblio-Museale di Brindisi, diretto dall’arch.Emilia Mannozzi, propone una rassegna settimanale di iniziative culturali, tra storia, teatro e letteratura, con la collaborazione della “Bottega del Teatro e delle Arti” di Mesagne, realizzate presso il Museo “Ribezzo” di Brindisi. Il programma prevede i seguenti appuntamenti:
Lunedì 6 settembre 2021 – Presentazione libro: Il Principe poeta. Tutte le poesie e le liriche di Totò ore 19:00 – Auditorium del Museo“Ribezzo”
Autrice: Elena Anticoli de Curtis
Dialoga con l’autrice: Francesca Romano Intiglietta
Introduce Mario Cutrì
Era un principe, ma la sua vera grande nobiltà era nel cuore che batteva in quel corpo di marionetta: che lo aveva reso sì famosissimo come “Totò”, ma che aveva anche soffocato per tutta la vita l’uomo-Antonio De Curtis. Nelle sue poesie non ci sono le battute e le movenze che lo hanno reso celebre, ma c’è il mondo visto da dietro quella maschera. C’è la vita difficile degli esordi (e non solo), il successo, gli amori, le delusioni, la nostalgia. C’è Napoli, con la sua “lingua-madre”, che non è però l’abusato “paese del sole”, ma in un certo senso è il mondo. Perché quella di Antonio De Curtis è soprattutto una “poesia morale” – non moralistica – che nasce e parla al cuore degli uomini. Che crede nel bene e non sopporta la prepotenza. Che crede alla bellezza, e non rinuncia ad amare, seppure tra le amarezze inevitabili che la vita riserva ad ognuno. Finalmente una raccolta completa – con cinque inediti – rilancia e riscopre le poesie di Totò, riprese dalle “carte originali” da sua nipote Elena, insieme a Virginia Falconetti.
Giovedì 9 settembre 2021 – L’uomo dal fiore in bocca di Luigi Pirandello
ore 19:00 – Chiostro del Museo “Ribezzo”
– Introduzione: Prof. Mimmo Tardio
– Presenta: Renato Rubino
– Allestimento scenico a cura del Museo “Ribezzo”
– Voce recitante: Mario Cutrì
“L’uomo dal fiore in bocca” è un atto unico di Luigi Pirandello, esempio di dramma borghese nel quale convergono i temi dell’incomunicabilità e della relatività della realtà. È un colloquio fra un uomo che si sa condannato a morire e per questo medita sulla vita con urgenza appassionata e uno come tanti, invece, che vive un’esistenza convenzionale, senza porsi il problema della morte. La vita non ha nessun valore in sé, ma quando l’individuo – sulla strada della morte – la osserva, anche i gesti quotidiani insignificanti acquistato un valore vitale. Immaginarsi simili alla stoffa significa affidarsi a cose che sembrano eterne. La vita non si conosce, però si sente il bisogno di viverla e a disprezzarla quando la morte è prevista, in modo da potersene andare con meno dolore
Venerdì 10 settembre 2021 – Tavola rotonda. La Firenze di Dante tra mercanti e poeti
ore 19:00 – Auditorium del Museo “Ribezzo”
– Il ruolo della finanza e i mecenati della cultura a cura del Dott. Massimo Argentieri
– Le figure femminili nella commedia a cura di Prof. Ermes De Mauro
– Lettura passi della Divina Commedia: Mario Cutrì
La città visse al tempo del Poeta la sua grande espansione grazie al fiorino e ai traffici internazionali. Ma non aveva peso politico e militare. All’interno della Commedia, fra i temi politici trattati indirettamente da Dante, emerge in modo particolare la situazione della città di Firenze, che ricorre in maniera quasi ossessiva in numerosi canti di ogni cantica. La causa di ciò si può trovare nel rapporto del poeta con la sua città natia nel periodo in cui scrive la sua opera più importante, iniziata nel 1306. Nella prima metà del Duecento, tuttavia, Firenze stava vivendo una straordinaria fase di espansione economica i cui protagonisti, la “gente nuova” arricchita dai “subiti guadagni” che l’aristocratico Dante guardava con disprezzo, avevano cominciato a pretendere voce in capitolo in una vita politica tradizionalmente turbolenta e spesso decisamente violenta. Fin dall’inizio del Duecento, infatti, il ceto dominante era diviso fra guelfi e ghibellini, per i quali il richiamo originario alle ragioni del papa e dell’imperatore era ormai diventato un puro pretesto per lotte di potere. Nel corso del secolo a questo conflitto se ne sovrappose un altro, quello sociale fra l’antica nobiltà e il cosiddetto Popolo, l’élite del mondo degli affari e delle professioni, organizzata nelle cosiddette arti maggiori: l’arte dei giudici e notai, della lana, della seta, del cambio, dei pellicciai, dei medici e speziali (a quest’ultima apparteneva Dante).
L’ingresso nel Museo “Ribezzo” sarà libero, nel totale rispetto della normativa sanitaria antiCovid 19 vigente
Per info: tel 0831544257