Guardiamo con favore alla ripartenza del dialogo attorno al Contratto Istituzionale di Sviluppo, che comporta una rinnovata attenzione da parte del Governo nei confronti di Brindisi, nella speranza che possa tradursi presto in ricadute importanti per il territorio e che troviamo condivisibile nei suoi contenuti e approviamo complessivamente.
Occorre tenere presente però mentre si presentano i progetti, quale sia l’idea di sviluppo della città che vogliamo nei prossimi anni. Una città e una provincia che vanno progressivamente impoverendosi e desertificandosi, non solo in relazione alle imprese e alle attività che chiudono i battenti, ma anche di una popolazione che va progressivamente riducendosi, un po’ per la ripresa del fenomeno dell’emigrazione, un po’ perché le culle sono , drammaticamente, sempre più vuote.
Insistiamo sul concetto dell’idea di città perché occorre una visione per il futuro, che faccia ritrovare quella capacità di attrazione del territorio che si è un po’ persa negli anni. E per questo nelle scelte future, che incideranno sullo sviluppo del territorio nei prossimi anni, occorre avere una visione. Una visione che determini uno sviluppo armonico della città e del territorio che guarda al mare ed al porto come occasione di economia, ricchezza, creazione di nuove opportunità di lavoro, “lavoro buono”, per chi oggi non ce l’ha e soprattutto per i nostri giovani.
Per questo occorre un cambio di paradigma rispetto al passato, una visione che, per esempio, attorno alle attività che guardano al mare non creino “conflitti” il cui effetto sarebbe quello di elidere a vicenda gli sforzi fatti da diverse direzioni. Riteniamo fondamentale coniugare in modo del tutto diverso dal passato nuove politiche di rigenerazione urbana e rilettura dei luoghi in cui si svolge la vita dei singoli cittadini, anche dal punto di vista ecologico e paesaggistico.
Non si può infatti parlare di recupero della costa, del Collegio Tommaseo, del Castello Alfonsino come occasione di attività legate al mare e poi accettare di mettere “un tappo al porto” consentendo la realizzazione di un deposito di gas a Costa Morena che avrebbe come effetto quello di precludere del tutto la logistica nel prossimo futuro, consegnando il cuore delle attività portuali al traffico di gas – l’esperienza di decenni di asservimento del porto al carbone dovrebbe aver insegnato qualcosa a tutti – a cui il mondo ha già dato una data di scadenza dal momento che la produzione di energie da fonti fossili sarà progressivamente dismessa per dare spazio alle energie pulite.
Allora occorre riordinare le idee e decidere quale città vogliamo perché si sviluppi in maniera armonica e occorre anche sapere quale sarà l’impegno del governo in termini di finanziamenti dal momento che si era partiti da fondi per 250 milioni di euro, poi si parla di 340 e poi si parla di due province: Brindisi e Lecce. Forse ne occorrono di più?
E’ ora che in questo processo, oltre all’annunciato coinvolgimento delle forze politiche ci sia anche il coinvolgimento del Sindacato, la Cgil è pronta a dare il suo contributo per lo sviluppo del territorio.
Antonio Macchia
Segretario Generale
Cgil Brindisi