La decisione del Presidente nazionale di Ance Gabriele Buia di intensificare l’interlocuzione con il Governo nazionale va proprio nella direzione auspicata da tutto il mondo dei Costruttori i cui margini di resistenza alle contingenze inflattive negative di questo periodo sono ormai ridotti al minimo.

Anche strumenti apparentemente “positivi” come i bonus edilizi rischiano di far affondare migliaia di piccole e medie imprese del settore a causa di un eccesso di credito fiscale e caos normativo. 

Almeno in questo (speriamo di non essere troppo ottimisti) il Governo nazionale ha annunciato di voler correre ai ripari, modificando quanto stabilito con l’articolo 28 del Decreto Sostegni.

Resta irrisolto, invece, il problema legato alla gestione degli appalti in corso per la realizzazione di opere pubbliche. 

Ci sono migliaia di contratti ed accordi-quadro bloccati perchè non si mettono legislativamente le stazioni appaltanti in condizioni di intervenire con un “riequilibrio contrattuale economico e temporale”  automatico nella sua applicazione, a seguito degli stravolgimenti provocati dal caro-materiali e dal costo dell’energia post Pandemia.

In sostanza, bisogna dare gli elementi legislativi/normativi agli enti che non hanno risorse a sufficienza per modificare i quadri economici, poter procedere con un ridimensionamento delle opere da realizzare con l’appalto o, in alternativa, con una risoluzione consensuale dello stesso, senza “code” di carattere giudiziario e pericolose (per chi le subisce), escussioni di polizze varie e segnalazioni procedurali all’Anac.

I contenziosi, infatti, provocano un danno immediato alle imprese, ma alla lunga determinano gravi conseguenze per i bilanci degli enti pubblici in quanto la PA alla fine risulta spesso soccombente. 

Il legislatore, a questo punto, non può continuare a rimanere silente, scaricando adempimenti e responsabilità sulle amministrazioni periferiche ed ai RUP che a loro volta le scaricano sulle imprese. 

Occorre, pertanto, con urgenza normare una revisione prezzi anche sugli appalti e le procedure in corso, magari utilizzando il metodo alla “francese” che prevede una compensazione forfettaria e mette nelle condizioni la stazione appaltante di definire con automatismo l’importo revisionale e l’impresa di completare i lavori senza troppi danni.

Uno scenario di questo tipo potrebbe risultare determinante per evitare la paralisi del settore ed un danno gravissimo per l’economia del paese. 

E tutto ciò, proprio mentre ci si approccia a definire i contorni degli interventi da finanziare con i fondi del PNRR. Un compito difficilissimo, soprattutto se ci si rapporta con la carenza di progetti e con regole poco chiare che non consentono alle imprese sane del comparto edilizio italiano di arrivare a questo appuntamento adeguatamente strutturate e solide finanziariamente.

Noi Costruttori di Ance siamo pronti a rimboccarci le maniche ed a chiudere la stagione dei contenziosi, ma nel contempo chiediamo la fine della diffidenza nei nostri confronti e l’avvio di una “stagione della collaborazione” mettendo a disposizione dello Stato le nostre PMI per ricostruire il paese! 

 

Angelo Contessa – Presidente ANCE Brindisi