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BRINDISI.Sottoscritto il Protocollo di Intesa unitario sulla salute e sicurezza sul lavoro.

Nell’ambito della “Conferenza Provinciale permanente-Tavolo legalità salute e sicurezza sui luoghi di lavoro” abbiamo sottoscritto il Protocollo di Intesa unitario sulla salute e sicurezza sul lavoro.

Nell’intervento prima della firma abbiamo messo in evidenza il forte impegno espresso in questi anni dalla CGIL su questo tema, sia a livello nazionale che a livello territoriale. In particolare, le azioni che ha messo in campo la CGIL Brindisi attivando da anni, tra l’altro, lo Sportello Salute e Sicurezza sul lavoro che ha una azione formativa ed un’altra informativa nei confronti dei lavoratori e soprattutto dei Rappresentanti dei Lavoratori sulla Sicurezza, hanno l’obiettivo di rendere tale diritto esigibile in tutti i posti di lavoro.Abbiamo posto, inoltre, l’accento sul fatto che si continua a morire di lavoro: sempre più giovani, addirittura in età scolare, e Lavoratori in età avanzata perdono la vita per infortuni sul lavoro. Insomma, si muore ad ogni età, sia quando si dovrebbe essere già in pensione, ma le controriforme della previdenza non lo permettono, sia quando i giovani e i meno giovani dovrebbero svolgere il proprio lavoro in sicurezza per affermare l’assioma che “non si può morire di lavoro”. 

Si è tornati invece indietro nel tempo come dieci, venti, trent’anni fa quando la sicurezza sul lavoro era solo un optional da cui la parte padronale riteneva di poter fare a meno.

Per questo motivo, auspichiamo che il Protocollo firmato, che vede il coinvolgimento di tutti gli attori, sia tra i punti fondamentali per alzare l’attenzione e vigilare sul territorio affinché la “Salute e Sicurezza sul Lavoro” diventi un ineludibile punto centrale. 

Certamente, di concerto al Protocollo firmato, occorre rendere protagonisti tutti i lavoratori nell’esercizio dell’attività di controllo sulla sicurezza, ma per fare questo è necessario eliminare i rapporti di lavoro precario esistenti sostituendoli con contratti stabili, tenuto conto che la frammentazione e la precarizzazione del lavoro creano squilibri incolmabili nei rapporti di lavoro tra aziende e lavoratori a discapito di quest’ultimi rendendoli ricattabili anche nell’esercizio della tutela della salute.

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