Il capogruppo consiliare di Civicamente Fasano, Donato Marino, interviene in merito alla mozione presentata dal consigliere comunale di Circoli Nuova Fasano, Antonio Scianaro, con la quale propone di accogliere le famiglie ucraine che scappano dalla guerra presso i locali della ex scuola elementare di Savelletri.

«La proposta – afferma il consigliere Marino – è irricevibile per ragioni di metodo e di merito. Quanto al metodo, il consigliere Scianaro dovrebbe essere a conoscenza – in ragione del suo ruolo istituzionale di consigliere comunale – della macchina organizzativa messa in campo dal Comune di Fasano per la “gestione” dell’accoglienza, d’intesa con la Prefettura di Brindisi, la Regione Puglia e gli organismi di Protezione civile. Più di due settimane fa, infatti, è stato pubblicato sul sito del Comune di Fasano un avviso per il censimento delle famiglie fasanesi disposte ad ospitare cittadini ucraini in fuga dalla guerra. Ad oggi, più di 30 famiglie – che ringraziamo profondamente – hanno dichiarato la disponibilità ad accogliere cittadini ucraini. Ciascuna di queste famiglie è stata contattata, peraltro, dagli uffici dei servizi sociali per verificare la fattibilità della disponibilità mostrata e nei prossimi giorni diversi cittadini ucraini – che al momento sono in viaggio verso la nostra città – saranno allocati presso le prime famiglie fasanesi.

Sarebbe bastato che il consigliere Scianaro, prima di presentare questa mozione, avesse consultato l’assessora al ramo Cinzia Caroli o, più banalmente, avesse letto gli organi di stampa (sui quali non perde occasione di essere presente) per rendersi conto che si sta già costruendo una rete per rispondere all’emergenza. Una rete che vede il coinvolgimento delle zone pastorali di Fasano e Fasano sud (la Parrocchia di Savelletri, che Scianaro chiama in causa, è già coinvolta in questa rete!) e della Croce Rossa, impegnati nel raccogliere quante più adesioni possibili di famiglie fasanesi disponibili ad accogliere.

Ma poi ci sono altre ragioni, di merito questa volta, che rendono la mozione irricevibile.

Le donne e i bambini che scappano dalla guerra sono innanzitutto Persone con una storia carica di dolore e sofferenza. Persone che hanno dovuto lasciare in Patria i propri figli, mariti, parenti, amici. Persone che, in molti casi, hanno purtroppo perso familiari e conoscenti. Persone che meritano di ricevere un’accoglienza dignitosa che aiuti loro ad affrontare questo momento difficile della loro vita.

Queste persone non hanno bisogno solo di un letto e di un pasto caldo. Sarebbe troppo riduttivo. Queste persone hanno bisogno di vivere il calore che si respira in un “nido domestico”, hanno bisogno di incrociare i sorrisi, gli sguardi e la simpatia (etimologicamente parlando) dei cittadini fasanesi, hanno bisogno di ricevere un abbraccio, di avere persone pronte ad asciugare le loro lacrime. Queste persone, in altre parole, hanno bisogno di un’accoglienza inclusiva, hanno bisogno di sentirsi parte di una comunità solidale, cittadini dello stesso Pianeta, fratelli e sorelle.

E per far questo occorre coinvolgere le risorse più preziose del nostro territorio: associazioni di volontariato, mediatori culturali, istituzioni scolastiche, ecc. Tutti parte di un grande progetto di accoglienza che farà di Fasano un modello a cui guardare. E che sarà un’occasione, anche per noi fasanesi, per riflettere su quanto sia importante costruire una comunità che, ogni giorno e non solo in questi momenti bui della Storia, sappia essere accogliente e solidale nei confronti di qualsiasi fragilità umana.

Ecco perché la proposta del consigliere Scianaro è irricevibile. Perché abbiamo un’altra idea di accoglienza. Non ci sogneremmo mai di allocare – se non come extrema ratio – i nostri fratelli e le nostre sorelle ucraini in un ambiente freddo e non inclusivo come da lui prospettato.

La Storia, anche quella fasanese se si pensa a quanto accaduto anni fa con i fratelli albanesi, ci insegna che l’accoglienza e l’integrazione funzionano solo se si è in grado di costruire, giorno dopo giorno, comunità accoglienti, frammenti di mondo migliore. Questa la nostra ambizione. Questa la nostra missione».