L’Unità operativa di Ortopedia del Perrino di Brindisi, diretta da Gianfranco Corina, ha aderito alla rete di accoglienza e assistenza medica per i profughi ucraini, promossa dalla Società italiana di Ortopedia e traumatologia (Siot) e dal suo presidente Paolo Tranquilli Leali. Accanto al Perrino sono presenti, al momento, il Policlinico Gemelli di Roma, l’Istituto Galeazzi e la Clinica Pini di Milano e per la Puglia, il Policlinico di Bari.

“La Asl di Brindisi – sottolinea il direttore generale Flavio Roseto – dall’inizio del conflitto ha aperto le porte ai profughi provenienti dall’Ucraina. Il Dipartimento di Prevenzione ha preso in carico finora 321 cittadini ucraini, tra cui 44 bambini con meno di cinque anni, 85 minori in età scolare tra cinque e sedici anni e dieci ragazzi tra i sedici e i diciassette anni. Accanto a questi anche venti minori non accompagnati. Nei giorni scorsi, inoltre, il centro di riabilitazione della Fondazione San Raffaele, a Ceglie Messapica, ha accolto una ragazza con una lesione spinale dovuta a un incidente, arrivata in Puglia grazie alla collaborazione tra Croce Rossa e Regione”.

“La rete di assistenza – spiega Corina – è stata lanciata dall’ortopedico Francesco Allegra e dalla onlus Il Caleidoscopio di Roma, in collaborazione con i colleghi Andrea Grasso e Giuseppe Milano. L’obiettivo è da un lato quello di creare corridoi umanitari per trattare profughi con problemi ortopedici urgenti e dall’altro raccogliere strumenti chirurgici e kit sanitari, in particolare materiale per il trattamento delle ferite da arma da fuoco e la fissazione delle fratture, da destinare all’ospedale ucraino di Khmelmitskyi. L’impegno del nostro reparto – prosegue Corina – è focalizzato sulla cura di pazienti in arrivo dalle zone di guerra che saranno ospitati nella nostra struttura. Questo tipo di attività sarà possibile anche grazie al supporto che la direzione generale della Asl ha mostrato sin dai primi giorni dell’emergenza legata alla guerra in Ucraina”.