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VENTRICELLI: “IL GOVERNO SI FERMI. GRAVISSIMO FERMARE LA RIPRESA”

Il presidente di Confimi Edilizia sul DL che stoppa la cessione dei crediti

“Il Governo si fermi. Solo pensare di bloccare un’economia in ripresa è gravissimo, farlo sarebbe un disastro”. Così, Sergio Ventricelli (foto), presidente di Confimi Edilizia – la categoria delle Costruzioni di Confimi Industria, che annovera circa 3.000 imprese, dalle general contractor alle specialistiche – all’indomani del via libera del Consiglio dei Ministri al decreto legge che ha approvato il blocco alla cessione dei crediti dei bonus edilizi.

“La mia Confederazione – prosegue Ventricelli – ha sempre rispettato l’operato delle istituzioni, mostrandosi attenta a salvaguardare un doveroso equilibrio tra le parti ma noi rappresentiamo prima di tutto le imprese, quindi non possiamo tacere su una scelta così insensata, che decreta lo stop totale dello sconto in fattura e della cessione del credito, lasciando solo la strada della detrazione d’imposta. In più, come se tutto questo non bastasse, si decide anche di vietare alle pubbliche amministrazioni di poter acquistare i crediti incagliati, una nuova iniziativa che stava avendo un certo seguito”.

L’obiettivo è duplice, spiegano dal Ministero dell’Economia: risolvere il nodo dei crediti e mettere in sicurezza i conti pubblici. “E, dunque – sottolinea Ventricelli – per sistemare i problemi causati da altri, si decide di infliggere un colpo mortale al settore dell’edilizia, che negli ultimi due anni ha dato un contributo fondamentale alla crescita record del Pil? Sono allibito. Probabilmente non si è compreso per davvero che qui si gioca sulla vita di lavoratori e famiglie e si mette a repentaglio il futuro di almeno 20 mila aziende dell’edilizia e oltre 100 mila posti di lavoro. Se davvero accadrà, ci sarà un tracollo”.

Intanto, sembra che lunedì sia in calendario un incontro a Palazzo Chigi, con le associazioni di categoria. “Sarebbe un segnale di speranza – conclude Ventricelli – anche se, prima si convocano le parti e si discute e poi si opera. Così dovrebbe funzionare, valutando per ogni azione le possibili ricadute e trovando le adeguate soluzioni”.

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