Da tempo denunciamo una pessima gestione degli istituti relativi alle assegnazioni temporanee e trasferimenti da parte dell’ufficio risorse umane del Dipartimento della Polizia di Stato,  .

Il tutto si materializza attraverso una istanza che il dipendente produce, le risposte negative, le osservazioni e in definitiva, se hai soldi da spendere ricorri alla giustizia amministrativa senza quasi mai ottenere giustizia! i diritti riconosciuti dalla Funzione Pubblica e che spetterebbero al personale in grosse difficoltà per essere aggregato o trasferito presso un familiare grave, vengono quasi sempre dimenticati e sostituiti dalle esigenze di servizio che i questori lamentano al Ministero, praticamente il diritto alla famiglia diventa  un vera e propria impresa da ottenere… La nostra funzione primaria è concentrata nel sindacalizzare quanto accade e vi assicuriamo che il personale soggetto a tale via “CRUCIS” lamenta FORTE DISAGIO per le risposte negative che riceve dall’ufficio risorse umane del Dipartimento, quasi sempre giustificate dalle esigenze di servizio! Allora chiediamo ai sigg. Ministri che leggono in indirizzo, è mai possibile che i diritti alla famiglia vengono soppressi dalle esigenze di servizio? e, perchè invece di continuare a spendere soldi per l’avvocatura dello Stato, per resistere ai ricorsi presentati dal personale, non si provvede a restituire la serenità nel lavoro ai Poliziotti, assumendo 

DA SUBITO nuove leve attraverso i concorsi che allo stato attuale sono ancora molto pochi? Sigg. Ministri, l’appello che lanciamo è un campanellino d’allarme, per il malcontento che serpeggia nella categoria che si vede sempre più abbandonata sia per la tutela della famiglia che per quella legale, occorre un intervento straordinario per garantire innanzitutto benessere tra il personale, una parola semplice, che fù inserita nel vecchio Accordo Nazionale Quadro ma che ad oggi risulta essere dimenticata da tutti ! Ascoltate i sindacati liberi e rappresentativi sono l’anima e la voce dei veri problemi della categoria. 

 

OCCORRE UNA VERA E PROPRIA RIFORMA