“Ho fortemente voluto che don Antonio Coluccia portasse, nella Commissione regionale di studio e di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia, la sua forte e autorevole testimonianza, perché i suoi suggerimenti possono davvero arricchire il lavoro che stiamo svolgendo sul fenomeno delle baby gang che, in Puglia, sta registrando episodi molto preoccupanti.
“Don Antonio, il prete sotto scorta perché nei quartieri periferici di Roma cerca di salvare dalla droga i ragazzi ‘dando la caccia’ agli spacciatori, ha fornito uno squarcio di verità e realtà che non risparmia nessuno: dallo Stato – che, specie nelle periferie, delega alla criminalità il welfare, a cominciare dal lavoro, visto che i giovani incensurati che spacciano per conto dell’organizzazione considerano l’attività illecita un lavoro! – ai genitori che finiscono per diventare un vero e proprio ‘clan’ quando difendono i loro figli che hanno sbagliato, prendendo posizioni contro la Scuola e i docenti, ma poi non vigilano sull’abuso dei videogiochi violenti, sui messaggi che vengono lasciati su TIK TOK, sulle serie televisive che enfatizzano il ruolo del criminale, quando ascoltano canzoni rap che sono contro la polizia, quando seguono influencer dalla dubbia moralità.
“Insomma, genitori che si preoccupano di ‘proteggere’ i figli dai professori, ma poi li lasciano, fuori dalla scuola, completamente in balia di esempi negativi. Il risultato è che non solo i ragazzi non leggono più, ma non sanno neppure più scrivere ed entrano a far parte delle baby gang per fuggire dalla noia.
“Una possibile soluzione? Lo sport sia quello praticato negli oratori sia con la collaborazione delle società sportive. Don Antonio: quando vedo ragazzi per strada, la prima cosa che faccio è avvicinarmi a loro con un pallone per entrare nella loro logica, ma per farli uscire con la mia!”