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“Luce” di Roberta Libero in tutte le librerie italiane

Redazionale a cura della giornalista pubblicista Ilaria Solazzo.

Chiunque ami la poesia di certo avrà sentito a volte il bisogno di recitarla ad alta voce. E anche il desiderio di recitarla ad altri. Ecco, questo libro cerca di dare le coordinate a chiunque si sporga in questo intento, perché la musica della poesia richiede una cura che troppo spesso viene trascurata. La poesia potrebbe celebrare ogni momento della nostra vita, e ognuno di noi dovrebbe avere i propri poeti del cuore. La poesia è anche il silenzio fra le parole, è intrisa di silenzio e da quello nasce. La poesia è la più meravigliosa di tutte le arti e forse anche la più povera. Non ci sono potentati che fanno affari con la poesia. E in questo mondo che ha posto il denaro al centro, la potenza della poesia risuona come accadimento miracoloso.

La mia intervistata odierna è la scrittrice Roberta Libero autrice del libro “Luce” edito dalla casa editrice Bertoni.

Cosa ti ha spinto ad intraprendere la “carriera” di scrittrice?
Ho sempre amato scrivere e come Jo di Piccole Donne, la mia eroina, sognavo di pubblicare un libro fin da piccola. Ho impiegato qualche anno ma ci sono riuscita, l’importante è arrivare senza smettere di viaggiare. Sto lavorando ad un altro progetto. Chissà se arriverò ancora alla meta.

Hai delle abitudini particolari durante la scrittura?
Una piccola mania ce l’ho e credo sia condivisa da molti colleghi. Scrivo dappertutto, ogni spazio bianco, che sia in un bugiardino o in un giornale io lo riempio di parole. Gestisco con mia sorella un negozio di oreficeria e appena ho un momento libero e ho un’idea la devo subito scrivere su qualsiasi superficie abbia a disposizione. La prima stesura è sempre a mano e in modo disordinatissimo.

Che messaggio hai voluto lanciare con il libro edito dalla Bertoni Editore?
Il messaggio è nel titolo. Come tanti anch’io ho vissuto un momento di buio da cui sono uscita grazie ai miei cari e alla scrittura che mi ha permesso di guardare in me stessa e ritrovare la fiducia. C’è sempre una buona ragione per ritrovare la luce. È la speranza.

Una curiosità, qual è il libro più bello che hai letto fino ad oggi?
Lasciando da parte i classici, tra i più recenti scelgo il romanzo di Paolo Malaguti “Prima dell’alba” e la raccolta di poesie “Senza polvere senza peso” di Mariangela Gualtieri”.

Come hai scoperto la tua passione per la scrittura? Come l’hai coltivata?
Nasce da lontano. Nel 1960 per frequentare le medie bisognava superare un esame di ammissione. I miei genitori decisero di mandarmi a lezione dai figli della mia maestra. Camilla mi fece fare decine di temi, Alfredo problemi ed equazioni. Ho scoperto così che ero davvero portata per la scrittura e non ho mai smesso di scrivere le mie emozioni. Quando sono nati i miei nipoti ho iniziato con favole e filastrocche.

A tuo avviso quali differenze ci sono nello scrivere libri di poesie rispetto a testi di altra natura?
Con la poesia l’autore si mette davvero a nudo di fronte al lettore. Nella prosa ci si sente più liberi di aumentare lo spazio per descrizioni e precisazioni cercando di non essere prolissi. Meglio togliere una parola che aggiungerla. Le poesie sono una parte di te che esce allo scoperto, pubblicarle è un atto di coraggio. A me piace molto anche la poesia in rima, soprattutto i sonetti. Insegnano il rigore della metrica e la gioia della musicalità. Qualche volta mi cimento anche con gli haiku, il massimo della concisione.

Come è cambiata la tua vita scrivendo?
Finché non ho pubblicato il mio primo libro, La Favola del Pane, fiaba in versi dedicata ai miei nipoti, scrivere era soltanto un piacere personale. Tutto è cambiato quando morì la mia mamma e inviai un racconto “Il portafoglio di Papà” ispirato dalla sua mancanza, al concorso di Radio1plotmachine, una trasmissione radiofonica che si occupa di libri. Fu scelto e andai al Salone Internazionale del Libro a Torino. Qui conobbi Jean Luc Bertoni, un incontro che mi ha davvero cambiato la vita. Presentazioni, viaggi dediche e complimenti. Bellissimo!

Dove hai trovato l’ispirazione per ideare queste pagine?
Mia nipote Enrica Guariento mi diede delle foto e mi disse di provare a scrivere delle poesie ispirandoti alla natura. Due anni fa è morta, dopo tante sofferenze, una mia cara amica. A lei è dedicata Luce. Quando la consegnai ai figli mi ringraziarono dicendo che erano proprio le parole che volevano sentirsi dire. Questo mi ha convinta di essere sulla strada giusta. Io ed Enrica abbiamo ceduto i diritti d’autore alla sua Associazione “Miramondo” che si occupa di commercio equo e solidale.

Che sensazione si prova dopo aver scritto un libro?
Felicità, stupore e gratitudine per l’Editore che ha dimostrato fiducia nel mio lavoro.

Come trovi l’ispirazione adatta per scrivere?
“A scrivere si fa così. Si dorme un pochino si resta in attesa con mani perfette vuote”
È una brevissima poesia di Mariangela Gualtieri che mi ha aperto un mondo. Non è facile fare silenzio in noi stessi, ma è il solo modo che abbiamo per far emergere le nostre emozioni e scrivere in piena libertà.

Quando hai capito di essere portata per la scrittura?
Come ho già detto l’ho capito fin da piccola e i temi di Camilla mi hanno confermato di avere questa capacità. Non ho mai smesso di crederci.

Se tu potessi fare un regalo all’umanità per cosa opteresti?
La generosità che non significa solo dare soldi; è donare tempo, dedicarsi a rendere felici gli altri, liberarsi dall’egoismo e dal profitto esasperato. Qualsiasi dono sarebbe utopia ma basterebbe che ognuno di noi facesse qualcosa nel suo ambito. Le cose cambierebbero.

Quale sogno è nel tuo cassetto?
Scrivere un romanzo.

In soli tre aggettivi come puoi descrivere il tuo progetto editoriale “Luce” Bertoni Editore?
Gioioso, importante, luminoso.

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