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BRINDISI.Macchia: «Si lavori a un piano strategico della logistica integrata per rilanciare l’economia di Brindisi e del Salento»

Dopo il consiglio monotematico sul terminale Gnl di Edison si affronti con sollecitudine la crisi economica del territorio elaborando un piano per lo sviluppo a partire dalla logistica.

La fase di decarbonizzazione, la crisi dell’energia, della chimica e dell’industria più in generale che rischiano di falcidiare migliaia di posti di lavoro – tra diretti e indotto – impongono un lavoro urgente, serio e sollecito per recuperare il tempo perso in questi anni per sostenere l’economia del territorio attraverso un rilancio concreto delle politiche industriali da parte del Governo, ma al tempo stesso ridisegnando anche  un nuovo modello di sviluppo che non può prescindere dalle infrastrutture esistenti e quindi: porto, aeroporto e sistema ferroviario (con l’alta velocità e l’alta capacità). Un sistema integrato di cui non beneficerebbe solo Brindisi, ma l’intero Salento.

Da anni auspichiamo che il porto di Brindisi, anziché diventare la stazione di servizio carburanti, possa ambire seriamente a diventare la Piattaforma logistica del Mediterraneo sul modello dell’esperienza sviluppata in città proprio con la Base delle Nazioni Unite. Stupisce tuttavia che nonostante le infrastrutture esistenti, i grandi player esistenti, la banchina già pronta (altrove si scavano i fondali per costruirle ex novo), le importanti opportunità offerte dalla ZES con Zona Franca Doganale (Zona Doganale Interclusa), non si sia ancora proceduto ad elaborare un Piano Strategico della Logistica che integri, facendole interagire tra loro, le infrastrutture esistenti creando un vero e proprio hub.

Stupisce che nonostante un “Piano regionale delle merci e della logistica” (prodotto dalla Regione Puglia nel 2020) che fotografa la grande fame di logistica del territorio e delle imprese; nonostante l’impegno a far rientrare Brindisi nel Corridoio 8, la disponibilità di fondi rivenienti dal Pnrr e l’impegno di alcuni grandi player del territorio a dare corso ad importanti iniziative, ancora non sia stato messo a terra uno straccio di progetto in tal senso.

Fatichiamo a comprendere come mai in aree come quelle del nord est dell’Italia la logistica movimenti economie per 100 miliardi di euro con 1,4 milioni di addetti (fonte Osservatorio Contract Logistics) e siano in continua espansione e a Brindisi questo settore ricchissimo non sia messo in grado di funzionare.

Fatichiamo a comprendere come in altre province pugliesi le aree da dedicare alla logistica siano sature e non ci sia più posto per ospitare altre aziende e a Brindisi proprio non si riesca nemmeno a parlare di far decollare la benché minima iniziativa in tal senso. Sarà forse per questo che meglio metterci un “bombolone” su, a mo’ di pietra tombale, così non se ne parla più?

E invece sarebbe quanto mai opportuno – soprattutto in questi anni difficili all’orizzonte – puntare sullo sviluppo della logistica dando modo agli operatori portuali di sviluppare i loro progetti ed i loro traffici con banchine attrezzate a loro dedicate che sarebbero trainanti per altri settori a partire dall’agroalimentare ed il commercio ad esempio.

Il nostro territorio ha i mezzi per affrontare questa sfida: dispone di uno  straordinario porto – retroporto, con capacità di sviluppare anche meccanismi di trasporto intermodale, ma occorre dare ora un serio impulso alla realizzazione di un credibile “sistema” logistico. E’ nessario, in definitiva, condividere con tutti gli stecholder interessati un “Piano Territoriale Strategico della Logistica Integrata” per candidarsi a diventare anche territorio di riferimento per la semi – lavorazione delle materie prime importate e dei prodotti finiti da esportare, attirando importanti investimenti e producendo “BUONA OCCUPAZIONE”.

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