La «Politica dello struzzo» è il peggior atto di tradimento per i cittadini del Sud
Il primo atto della «schiforma» progettata dal ministro leghista Roberto Calderoli col Disegno di legge sulla «Autonomia differenziata» compie un pericoloso passo in avanti grazie al contributo decisivo in Senato dato da tanti parlamentari meridionali.
E’ il triste dato da registrare dopo l’avvio dell’iter per portare a termine la riforma incostituzionale, arrogante e razzista, che spaccherà il Paese condannando gli italiani ad essere cittadini di serie A o di serie B a seconda del fatto che vivano a Nord o a Sud e negando quel principio di sussidiarietà che sovrintende il rapporto tra lo Stato e le Regioni cancellando con un tratto di penna quello della solidarietà tra i territori.
«L’autonomia differenziata non serve al Paese» è quanto da sempre sostenuto nelle tante manifestazioni della Cgil tenute anche a Brindisi e in tutta la Puglia perché «indebolirà le politiche di coesione, rischia di non garantire l’universalità di alcuni diritti costituzionali, in primis quello alla salute e all’istruzione, rischia di affossare le speranze di sviluppo del Sud senza sostenere il suo benessere economico e sociale e condanna tutto il Paese a non crescere. Il dato più inquietante è che questo delirio secessionista di impronta leghista sia appoggiato da tutta la destra di governo ed in particolare da ministri del Sud e dai parlamentari meridionali, anche pugliesi e locali, pur coscienti che questa riforma finirà per allargare i divari che già esistono.
Il dato più inquietante, oltre alla incomprensibile complicità su questo scellerato disegno, è l’assoluta ignavia e il silenzio totale di tutti i sindaci del mezzogiorno di centrodestra, quello di Brindisi compreso, su un tema di assoluta delicatezza per un territorio che già vive una situazione di sofferenza e di marginalizzazione sempre più marcata e che di solidarietà e sussidiarietà ha bisogno assoluto da parte del governo per uscire dalle secche e riprogrammare un futuro.
Vogliamo capire come i nostri sindaci di centrodestra risolveranno i problemi dello spopolamento dei nostri territori, delle fughe in altre regioni per curarsi, della ripartizione dei fondi del Piano di ripresa e resilienza, degli investimenti in infrastrutture, della creazione delle condizioni per generare lavoro buono e stabile per i disoccupati e per i nostri giovani, della povertà sociale, educativa, culturale.
Nonostante la Camera del lavoro di Brindisi abbia già posto mesi addietro queste domande ai diretti interessati, al momento non è giunta alcuna risposta. Prima della tornata elettorale avevamo anche invocato un «Patto di lealtà» con quanti si apprestavano a governare i territori, ma nulla. Nessun sussulto, nessun moto d’orgoglio. Il silenzio, nonostante tutti sappiano bene a quali guai andranno incontro.
A sindaci e parlamentari di centrodestra locali e regionali che proseguono nella «Politica dello struzzo» vogliamo ricordare che quanto si sta consumando è il peggior atto di tradimento nei confronti dei cittadini del Sud e che i primi a pagare le conseguenze del Ddl Calderoli – il padre per sua stessa ammissione di riforme «porcate» – saranno loro. Presto non potranno dare ai cittadini da loro amministrati, a cui hanno fatto tante promesse, le risposte che questi si aspettano. E sono tante. E’ questa l’Italia che vogliono?
La Cgil continuerà ad opporsi in tutti i modi al Ddl Calderoli e a chiedere ad amministratori, parlamentari, ministri del Sud di pronunciarsi prima che questo atto scellerato arrivi a compimento con tutte le nefaste conseguenze che esso comporterà.
Antonio Macchia
Segretario Generale
Cgil Brindisi