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ERRATA ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO SUI CANTIERI AQO DELL’AMBITO 14 DI BRINDISI

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Le Strutture Territoriali di Feneal UIL Brindisi (Giovanni Librando),Filca CISL Taranto- Brindisi ( Cosimino Demilito) e Fillea CGIL Brindisi(Giuseppe Maggiore) , intendono denunciare , per l’ennesima volta , quello che accade sui cantieri riguardanti i lavori che si svolgono a Brindisi, nell’ambito 14, per conto dell ‘ Acquedotto Pugliese.

In particolare alcuni lavoratori continuano a rimanere sospesi, mentre si continua a far lavorare le altre maestranze sui cantieri con un sovraccarico di lavoro su 14 unità, che prevede  4 squadre  di 3 lavoratori più 2 addetti alla bitumazione. Queste dinamiche di lavoro stanno diventando pesanti perché superano gli orari ordinari ed eccezionali straordinari, perché secondo qualcuno si possono fare più di 10 ore di lavoro, anche quando i lavoratori sono reperibili. E ciò induce ad accelerare i tempi di ultimazione dei lavori con ritmi estenuanti, negando le più comuni forme di tutela per chi lavora con temperature eccezionalmente elevate ed il rispetto delle pause come previsto dal CCNL vigente. Sono tutte forme errate di organizzazione del lavoro che potrebbero, tra l’altro, facilmente generare dinamiche che inducono agli infortuni dei lavoratori.

Infatti il tetto massimo d’intervento non può superare le 10 ore giornaliere e negli interventi straordinari sono previste o delle turnazioni alternative o in assenza di accordi locali sulla reperibilità, come di fatto avviene a Brindisi, si devono effettuare lavorazioni ad intervento specifico. Cioè chi già svolge una giornata lavorativa di 10 ore ordinarie, non può essere chiamato a fare lavori di reperibilità ma deve essere utilizzato solo per la reperibilità prevista in quella settimana. Anche perché ci risulta che non vengono retribuite regolarmente le ore di straordinario in busta paga.

Inoltre, viene applicata solo parzialmente, l’Ordinanza della Regione Puglia n.304 del 2024 per divieto di lavori ad alte temperature con “ALTO RISCHIO”  e si continua a lavorare più del dovuto evitando, forse perché conviene all’azienda, di effettuare precisi accordi locali che meglio disciplinano l’utilizzo della manodopera, anche sulla base delle ore in eccesso.

Infatti, anche se una successiva integrazione della stessa prevede deroghe per le situazioni di emergenza, non ci risulta che ogni  giorno ci siano state delle emergenze tali da dover far lavorare le maestranze oltre le 10 ore giornaliere. 

  Quindi denunciamo questa situazione inaccettabile di lavoro e chiediamo, a tal proposito, un urgente intervento dell’ AQP affinché provveda al ripristino delle condizioni di legalità sui cantieri interessati.

Diversamente saremo costretti a intraprendere tutte le azioni necessarie utili al fine di garantire la  tutela dei lavoratori, interessati. 


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