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BRINDISI.Sit-in della CGIL, Macchia: «L’emendamento al Ddl sicurezza minaccia di cancellare un settore agricolo di innovazione e ricerca»

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Lunedì 9 settembre, ore 11:30, Piazza Santa Teresa, Prefettura di Brindisi

«Non siamo illegali, siamo lavoro, ambiente, agricoltura, innovazione e ricerca», è con questo slogan che la CGIL di Brindisi scenderà in piazza lunedì, 9 settembre alle ore 11.30, in piazza Santa Teresa nei pressi della prefettura. La manifestazione è contro l’emendamento al ddl sicurezza del governo che rischia di compromettere l’attività e la sostenibilità di migliaia di aziende agricole in Italia e centinaia di aziende nel Salento, 61 delle quali a Brindisi.

 

L’emendamento, inserito nel ddl sicurezza, rappresenta una minaccia concreta per un comparto fondamentale dell’economia agricola. Con questa misura, il governo equipara la cannabis light, con un contenuto di THC inferiore allo 0,2%, alla cannabis con effetti psicoattivi, ignorando completamente le evidenze scientifiche e le normative dell’Unione Europea. Si tratta di una decisione che rischia di distruggere un settore che, negli ultimi anni, ha visto un importante sviluppo economico e che rappresenta una fonte di lavoro per migliaia di persone. La CGIL di Brindisi ritiene inaccettabile questa presa di posizione ideologica e priva di razionalità economica, che favorisce esclusivamente le grandi multinazionali a scapito delle piccole e medie imprese locali.

L’articolo 18 del ddl sicurezza è in evidente contrasto con la normativa europea. Viola il principio della libera circolazione delle merci, ignorando la giurisprudenza consolidata della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e mancando di proporzionalità. Se approvato, costituirebbe non solo una violazione delle regole del mercato interno dell’UE, ma anche un danno gravissimo per il settore agricolo e commerciale della canapa in Italia, con conseguenze economiche e legali devastanti. Questa misura rischia di esporre l’Italia a sanzioni da parte dell’Unione Europea e a una crescente marginalizzazione dal mercato unico. 

Altri Stati membri dell’Unione Europea hanno adottato approcci completamente diversi, regolamentando e supportando il settore della canapa. La Germania, ad esempio, ha recentemente legalizzato l’uso ricreativo della cannabis, riconoscendone il valore economico e sociale e creando un mercato regolamentato che tutela i consumatori e sostiene l’economia. La Francia e la Spagna hanno da tempo legiferato a favore della coltivazione di cannabis light, rispettando i parametri comunitari. In Italia, invece, il governo sembra voler percorrere la strada opposta, con una visione anacronistica e del tutto strumentale. 

La cannabis è una pianta dalla straordinaria versatilità, utilizzata non solo per scopi farmaceutici ma anche nel settore tessile e alimentare. È una risorsa sostenibile per la produzione di fibre naturali biodegradabili e rappresenta una base per prodotti alimentari ricchi di proteine e acidi grassi essenziali. Vietare la coltivazione e la commercializzazione delle infiorescenze di cannabis light significa rinunciare a un’opportunità economica enorme e distruggere una filiera che ha dimostrato di coniugare innovazione, tradizione e sostenibilità.

Se l’emendamento venisse approvato, a rischio sarebbero 61 aziende solo nella provincia di Brindisi, e molte altre centinaia in tutto il Salento. Gli investimenti fatti dagli imprenditori agricoli in questo settore innovativo rischiano di essere vanificati, con la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro e gravi ripercussioni sull’economia locale. 

La CGIL di Brindisi chiede con forza al governo di ritirare l’emendamento e di rivedere le proprie posizioni in merito, allineandosi alle normative europee. È essenziale proteggere il settore della canapa e garantire un futuro a migliaia di aziende e lavoratori italiani. La nostra battaglia è per il futuro dell’economia locale, per la tutela del Made in Italy, per l’ambiente e per un modello di sviluppo sostenibile.

Invitiamo tutti i cittadini, le associazioni di categoria e i lavoratori a partecipare al sit-in di lunedì 9 settembre, per difendere insieme i diritti di chi lavora e produce legalmente, nel rispetto delle normative europee e a vantaggio della collettività.


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