“Bioeconomia e Territori: oltre la crescita”
Analisi, casi di studio, esperienze e pratiche territoriali”
Il periodo che stiamo vivendo è un periodo di crisi ecologica e sociale, di stravolgimenti e apparenti cambiamenti sul piano politico, nonché di caos sistemico. Tuttavia, molte delle attuali attività e politiche economiche “verdi” ripropongono la stessa logica industrialista e tecnocentrica alla base dell’economia “fossile”, basata sui dogmi della crescita economica e della competizione dai quali sembra non si possa prescindere. Ma è davvero così? È possibile immaginare e implementare un’economia che vada oltre la crescita economica garantendo la giustizia socio-spaziale? Cosa significa oggi attuare una Bioeconomia coerente con la teoria bioeconomica di Georgescu-Roegen, ovvero una economia in armonia con la vita e le leggi della natura? Cosa ci insegnano le esperienze e le pratiche territoriali che si muovono in tale ambito?
Queste sono alcune fra le domande a cui gli autori provano a dare risposta, approcciando la problematica da diversi punti di vista. Queste pagine, inoltre, aspirano ad offrire uno “scampolo” di recuperata saggezza attraverso la finestra dei casi di studio e delle esperienze territoriali che nel loro farsi si avvicinano all’idea di un’economia in armonia con la vita e la natura.
Il volume termina con una parte conclusiva che si compone di una riflessione su orizzonti possibili di “conservazione e rigenerazione dei luoghi di vita” e “Il (non) Manifesto della Bioeconomia” la cui idea è scaturita dal Convegno di dicembre 2022 svoltosi presso la Società Geografica Italiana (https://societageografica.net/wp/?s=bioeconomia&submit=) ed è stata colta dall’OIB che, in collaborazione con la Rivista “Economia e Ambiente”, ne ha curato la redazione. “Il (non) Manifesto della Bioeconomia” intende rispondere alla necessità urgente di porre dei punti basilari per fare chiarezza immediata (tipica di un manifesto) ma al tempo stesso rigorosa (tipica di un documento scientifico) di cosa sia la Bioeconomia mettendo in luce cosa la Bioeconomia non è. Difatti, un atto redimente e improcrastinabile per la diffusione della Bioeconomia, sia in ambito accademico sia in ambito più ampiamente sociale e politico, è “liberarla” dalla trappola semantica in cui si trova “incastrata” da una decina d’anni, ovvero da quando nel 2012, in seguito all’approvazione delle Strategie di Bioeconomia a livello europeo e di altri Stati, è stata diffusa – e sostenuta mediaticamente con grande vigore – l’idea che la bioeconomia si sostanzi nella mera sostituzione di fonti fossili con quelle organiche, funzionale alla crescita economica, in evidente contraddizione rispetto alla prospettiva di Georgescu-Roegen. Questo approccio ha prodotto un’enorme nebbia che richiede di essere diradata.
Il testo è pubblicato dalla Società dei Territorialisti Edizioni (Collana “Ricerche e studi territorialisti”) ed è liberamente scaricabile dal suo sito al seguente link:
https://www.societadeiterritorialisti.it/2016/01/17/collana-qricerche-e-studi-territorialistiq/.