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No al carbone: Basta veleni, serve un piano che preveda dismissioni e bonifiche.

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Domani, martedì 25 Novembre alle 10 si svolgerà a Palazzo Nervegna un incontro tra la dirigenza dell’ENI, i Consiglieri Comunali e i Sindacati. Riteniamo che anche questa sarà l’ennesima occasione mancata per iniziare ad affrontare seriamente l’EMERGENZA BRINDISI.

Siamo certi che tutto si concluderà con un nulla di fatto che sarà poi raccontato come un importante primo passo verso la risoluzione dei problemi strutturali del polo chimico.

Siamo certi che a nessuno verrà in mente di iniziare ad affrontare il problema per quello che è, un impianto obsoleto che è servito come apri pista per il disfacimento socio economico, culturale ed ambientale della nostra città.

Siamo certi che non sentiremo parlare di un nuovo modello di sviluppo, della necessità di pianificare, in maniera chiara e decisa, la definitiva uscita da questa Era che per Brindisi ha rappresentato probabilmente il punto più basso della sua storia millenaria.

Siamo certi che nessuno si azzarderà di battere i pugni sul tavolo per pretendere finalmente rispetto per questa terra e per i suoi abitanti.

Siamo certi che nessuno alzerà la voce per pretendere che si inizi a bonificare il territorio avvelenato.

Siamo certi che un futuro differenti per Brindisi non verrà messo in discussione e si continuerà a parlare di rinnovata vocazione industriale.

Siamo certi che anche domani si proporrà lo stesso indecente copione del monotematico sull’energia del 17 marzo 2014.

Siamo infine certi che la rinascita di Brindisi passi esclusivamente dalla creazione di una strategia che preveda dismissioni e bonifiche di tutti quegli impianti oramai fatiscenti, che dati alla mano, hanno portato i propri profitti molto lontani dal territorio che hanno sfruttato, lasciando qui solo inquinamento e degrado ambientale, disoccupazione e morti.

Nella fase di transizione, un’adeguata formazione degli addetti potrebbe aiutare il reimpiego dei lavoratori dei vari comparti, soprattutto nell’indotto, nonché divenire volano per nuova e duratura occupazione, ponendo fine a quel”incivile ricatto, lavoro o salute, al quale, sistematicamente, è stata sottoposta la nostra Comunità.
L’unico piano industriale è dismettere e bonificare.


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