Nel corso dell’udienza del 24 novembre del processo penale teso ad accertare i danni provocati dalla dispersione delle polveri di carbone rivenienti dal “nastro trasportatore” e dal carbonile della centrale termoelettrica di Cerano, il consulente della ditta Cannone (uno degli imputati), l’ing. emistocle Pacifico, ha affermato che: “non vi è prova alcuna della dispersione di polvere di carbone dal nastro e dal carbonile”.
A sostegno della sua tesi il teste ha presentato foto e riprese video dell’ottobre-novembre del 2012 che il PM Dott. Giuseppe De Nozza ha giudicato irrilevanti ai fini processuali rispetto agli anni in cui sarebbero stati commessi, con maggiore frequenza, i reati oggetto del procedimento penale. Legambiente, che nel processo è costituita parte civile, aveva chiesto di valutare, con ampia ed approfondita documentazione tecnica di supporto all’ampio fascicolo prodotto dal PM, l’esistenza del reato connesso al “danno ambientale”, come esplicita conseguenza normativa rispetto ad una accertata “contaminazione” delle matrici ambientali suolo, sottosuolo e falda, per superamento delle “Concentrazioni Soglia di Contaminazione” (CSC) e successivo sviluppo delle “Analisi di Rischio”. Legambiente, a supporto dell’ampia e probante documentazione fotografica e video prodotta dal PM, è in grado di aggiungere che la dispersione, l’imbrattamento, ecc. dei terreni e delle
coltivazioni dalle polveri di carbone, costituenti una parte rilevante del carbone, derivavano dal trasporto attraverso il nastro ed i mezzi all’uopo utilizzati e transitati nella strada posta nell’asse polifunzionale. Le foto allegate, riprese da un imprenditore agricolo nell’estate del 2007, sono state fornite a Legambiente con l’esasperazione di chi si è visto costretto, a partire dal 1999, a subire esso stesso e le proprie colture, la presenza della polvere di carbone che nulla hanno a che fare con la composizione naturale dei propri terreni. Le foto che si allegano evidenziano come il nastro trasportatore del carbone risulta, nel periodo di ripresa fotografica, essere privo di copertura laterale e superiore e con abbondante presenza di carbone sulla passerella adiacente al nastro e sull’asse stradale; in particolare: – la foto n. 1 riporta il nastro solo parzialmente coperto e totalmente scoperto lateralmente; tale foto viene allegata per far intendere come è costituito il “nastro”; – la foto n. 2 evidenzia il nastro coperto superiormente ma scoperto lateralmente al punto che sulla passerella pedonale si rileva una grande quantità di carbone fuoriuscito dal nastro in movimento;
– la foto n. 3 costituisce un ingrandimento parziale della precedente foto n. 2 ed evidenzia come sulla passerella sosti il carbone più grossolano; quello di dimensioni inferiori cade sulla strada, attraverso le griglie della passerella e quello di dimensioni millimetriche, costituendo particolato atmosferico, in funzioni delle condizioni di vento, va ad imbrattare ed insudiciare i campi adiacenti e lontani. – Le foto n. 4, 5 e 6 rappresentano uno stesso tratto del “nastro” ed evidenziano come le coperture laterali siano inesistenti e/o parzialmente esistenti; in tutte e tre si rileva sulla strada e sui muretti l’abbondante presenza di carbone; – La foto n. 7 costituisce un ingrandimento della foto n. 6 ed evidenzia l’abbondanza di carbone fuoriuscito lateralmente dal nastro. Le foto in questione vengono inviate agli organi di informazione perché documentino, in modo inconfutabile, la “contaminazione” prolungata prodotta ai terreni dalle “polveri” di carbone che, costituenti oltre il 25-30% del carbone tal quale, per oltre 3 lustri hanno imbrattato, insudiciato, ecc. i terreni, le abitazione, le attività agricole degli operatori, creando, per disposizione normativa un
così detto “danno ambientale”. Le stesse foto verranno consegnate dal legale di Legambiente, Avv. Stefano Latini, alla Procura della Repubblica di Brindisi quale ulteriore aggiunta alle prove già prodotte e costituiranno parte della nota conclusiva dell’ Associazione del processo in corso.
Direttivo Legambiente Brindisi