In occasione del consiglio comunale di Brindisi sulla legalità e ordine pubblico di venerdì 28 novembre, presso il Nuovo Teatro “Verdi”, allargato a tutti i Comuni del territorio provinciale, con la presenza del viceministro dell’Interno, sen. Filippo Bubbico, e della senatrice Doris Lo Moro, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle intimidazione alle amministrazioni locali, l’associazione culturale “Il Timone – navigare con le idee”,

pur apprezzando lo sforzo degli organizzatori, ritiene che “la città di Brindisi non necessiti ancora di “passerelle” di politici o di rappresentanti istituzionali, ma di fatti concreti perché ogni giorno che passa la nostra città, il nostro territorio sono sempre più stretti nella morsa della criminalità”.
La situazione dell’ordine pubblico è ormai fuori controllo, sempre più insostenibile, come gli ultimi episodi di cronaca, purtroppo, ci confermano. La gente è disorientata ed impaurita, reclama da tempo il sacrosanto diritto alla sicurezza cittadina, al punto che la cultura della legalità deve essere sostenuta e praticata ai vari livelli. Questo perché a nessuno è più consentito di abdicare al ruolo ed alla funzione che gli compete. La nostra classe politica deve avvertire il dovere di selezionare i propri dirigenti, allontanando forme deviate di rappresentanza, dando esempi quotidiani di moralità e rettitudine. Ci sarà tutto il tempo di fare indagini e considerazioni sociologiche. Oggi occorre sostenere , il lavoro quotidiano che svolgono le nostre forze dell’ordine, garantendo loro mezzi e strumenti più adeguati.
A loro vada il nostro ringraziamento per tutto quello che quotidianamente fanno per garantire tranquillità, pur in presenza di organici ridotti ed insufficienti. Brindisi, sotto tale profilo, è agli ultimi posti dei pensieri e degli interventi di chi governa a livello nazionale. Ecco perché lo Stato, in tutte le sue più autorevoli espressioni, deve rivolgere una particolare attenzione alla realtà Brindisina, da troppo tempo dimenticata e abbandonata al suo destino. I nostri rappresentanti istituzionali, sia pur non in grande numero, devono far sentire la “voce” dei 400 mila abitanti del territorio provinciale.
In altre zone d’Italia, lo Stato è intervenuto con forza e decisione, dando segnali concreti di presenza e determinazione. Perché qui non accade più questo? Eppure, l’Operazione Primavera degli inizi del 2000 doveva insegnare qualcosa.
La tutela della sicurezza pubblica deve essere posta al centro dell’azione del Governo e degli organi preposti. La nostra è una comunità già provata dalla pesante crisi economica. Come si possono attrarre investimenti a Brindisi da parte di imprenditori di altre realtà se continuerà a persistere questo clima di paura e preoccupazione? Brindisi non ha più bisogno di semplici enunciazioni di principio o di vaghe ed imprecisate promesse. Ma di fatti. E’ ora di voltare pagina, anzi di cambiare rotta.