«Il lago dei cigni»: un classico della danza sull’amore che vince ogni incantesimo al Teatro Verdi di Brindisi
Lunedì 29 dicembre (ore 20.30) in scena al Verdi di Brindisi un’opera dal fascino senza tempo, la più famosa tra i capolavori del balletto classico
Il Čajkovskij più toccante, il balletto più amato. Quello che andrà in scena lunedì prossimo 29 dicembre (ore 20.30) al Teatro Verdi di Brindisi con il balletto simbolo del XIX secolo, ultimo appuntamento dell’anno solare 2014. Il «Balletto del Sud» porta in scena «Il lago dei cigni», il più affascinante e misterioso balletto, in due atti, in una rivisitazione del coreografo salentino Fredy Franzutti ambientata nella Baviera “fin de siècle” di Ludovico II, il “re delle fiabe” che proprio negli anni della composizione fu dichiarato pazzo e deposto. Il castello che fa da sfondo all’ambientazione ne è una diretta citazione: il nome, Neuschwanstein, infatti, significa «nuova roccia del cigno» e l’antico maniero, replica di un castello medievale, esiste realmente e ispirò Walt Disney per il più noto castello del suo regno della fantasia.
Lo scorso anno la compagnia è stata ospite del politeama brindisino con «Lo Schiaccianoci», spettacolo che ha riscosso un unanime apprezzamento. In questa stagione con «Il lago dei cigni» propone un vertice assoluto del balletto classico che ha replicato con successo in diversi teatri e festival europei. Nato dall’elaborazione di una composizione di Čajkovskij scritta nel 1871 mentre era in vacanza, questa musica è ripresa da Marius Petipa pochi mesi dopo la morte del musicista (1893) per costruire, in collaborazione con Lev Ivanov, l’immortale coreografia che ancora oggi entusiasma le platee di tutto il mondo. Nel balletto si intrecciano pantomima, i divertissement delle danze folkloristiche, le sfumature malinconiche di Ivanov e l’atmosfera lunare che accompagna l’arrivo di Odette, il doppio ruolo Odette/Odile, cigno bianco e cigno nero, antitesi tra Bene e Male, tra amor sacro e amor profano, tra luce e tenebre. Questa unione singolare di elementi rinnova ancora il fascino e la fama de «Il lago dei cigni», rendendo questo titolo uno dei più interessanti per gli appassionati del balletto.
Il clima romantico che si respira dall’inizio alla fine del balletto proviene da un filone della letteratura mitteleuropea che Fredy Franzutti fa propria con citazioni disseminate nella drammaturgia. La trama si basa su un’antica fiaba tedesca, «Il velo rubato», che da sempre incanta grandi e bambini. Un gruppo di nobili è in vacanza al lago: tra loro c’è anche Siegfried, giovane rampollo di una ricca famiglia, frivolo e incapace di costruire dei legami stabili. Fatale per lui sarà l’incontro con Rothbart, figura demoniaca che vive sulle sponde del lago con un gruppo di giovani che – in cambio di una folle promessa di libertà ed eterna giovinezza – egli ha trasformato in cigni. Siegfried sarà capace di resistere alla tentazione di vendere la sua anima a Rothbart, giurare amore sincero a Odette e liberarla così dal terribile incantesimo? Oppure cederà al fascino seducente di Odile e si lascerà lui stesso trasformare in cigno?
Scrive il critico Vittoria Ottolenghi, a proposito dello spettacolo di Franzutti: «C’è qualcuno che ancora osa – dopo i prodigi conclamati di Mats Ek e di Mattew Bourne – reinventare, a suo modo, uno dei capolavori, per così dire, intoccabili: Il lago dei cigni. E lo fa con diciotto ballerini, di sorprendente qualità, con esito trionfale. Parliamo di Fredy Franzutti e del Balletto del Sud». Danzano nei ruoli principali: Nuria Salado Fustè (Odette/Odile), Francesco Cafforio (il principe Siegfried), Alessandro De Ceglia (il mago Rotbarth), al loro fianco solisti e corpo di ballo del «Balletto del Sud». Le scene sono di Francesco Palma.
«Nessuna compagnia italiana e poche in Europa possono vantare tale repertorio e preziosità di allestimenti». Michele Nocera – Diva e Donna
Si comincia alle ore 20.30
Durata spettacolo: due ore compreso intervallo
Per tutte le informazioni www.
Tel. (0831) 229230 – 562554
Foto Principale: Gruppo dei cigni atto finale – ph Francesco Sciolti