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Brindisi.”Emergenza canale Reale: enti riuniti per la salvaguardia del corso d’acqua”

Tante le novità che nell’ultimo periodo hanno riguardato il canale Reale, dalla pulizia dell’intero corso, all’opera di sensibilizzazione svolta dall’associazione “L’Isola che non c’è”, sino al vertice in Prefettura tra il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, la Provincia di Brindisi ed i Comuni interessati dall’attraversamento del torrente.

Nel febbraio 2017, l’ente gestore della Riserva, recapito finale del Reale, aveva inoltrato richiesta ufficiale di intervento all’Organo di competenza, Arneo. Ciò perché l’abbandono indiscriminato di rifiuti lungo l’intero corso d’acqua e la natura stessa del canale aveva provocato una repentina diminuzione della profondità del Reale ed il riversamento nel recapito finale, a Torre Guaceto, di una mole intollerabile di materiale di scarto.
Arneo è intervenuto nelle ultime settimane. I lavori di pulizia e ripristino degli argini del canale hanno riguardato l’interno corso d’acqua. Il Consorzio di bonifica ha condotto un intervento ampio e di fondamentale importanza. Il valore naturalistico del canale.
Con i suoi circa 90 km di lunghezza, il Reale ha il primato di essere il più lungo corso d’acqua della Puglia meridionale. Svolge un’importante funzione di connessione ecologica tra il territorio dell’entroterra e quello costiero, una via preferenziale per il movimento delle specie biologiche.
I tratti del corso d’acqua che hanno un regime torrentizio, cioè quelli che tendono ad asciugarsi nel periodo estivo, accolgono un particolare tipo di habitat erbaceo, minacciato e particolarmente importante sul piano ecologico, tutelato dalla normativa ambientale, e designato con il nome di “Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo-Agrostidion”.
Si tratta di un tipo di habitat integrato nel sistema territoriale, legato alla pastorizia. Lungo il corso d’acqua, sono presenti anche testimonianze di antiche foreste igrofile con olmi (Ulmus minor) e querce caducifoglie (Quercus virgiliana).
Va da sé che la presenza di rifiuti lungo il corso d’acqua e la concentrazione di questi nel tratto terminale arreca danno sia al sistema ecologico del torrente, sia a quello marino di Torre Guaceto, una volta che il materiale oltrepassa la foce.
L’intervento di pulizia e sistemazione degli argini del tratto terminale del torrente, condotto da Arneo con tecniche di ingegneria naturalistica, ha permesso di ottenere un ambiente migliorato sul piano idrologico e un habitat più idoneo per i popolamenti di specie tutelate dell’erpetofauna come il rospo smeraldino e la testuggine di palude, e dell’avifauna come il tarabuso ed il martin pescatore.
“A seguito della pulizia e alla rimozione dei rifiuti, eseguita con la collaborazione del Comune di Brindisi – evidenzia l’assessore alle Politiche ambientali della città capoluogo, Roberta Lopalco -, è tornato alla luce l’alveo naturale di Canale Reale. Ma, occorre programmare una vera e propria attività di tutela del corso d’acqua per scongiurare il ripresentarsi ciclico della problematica e, insieme agli altri enti interessati, affrontare tutte le altre criticità correlate sia al rischio idraulico, che alla salubrità delle acque”.
Negli ultimi giorni, infatti, si è tenuto un nuovo vertice in Prefettura al quale hanno partecipato tutti gli enti coinvolti.
Si è discusso dello scarico dei reflui depurati provenienti dai Comuni di Villa Castelli, Francavilla Fontana, Oria, Latiano e Mesagne, perché, come noto, quelli prodotti dall’impianto di Bufalaria saranno reimpiegati in agricoltura grazie ad un progetto del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto.
Nel corso della riunione, la Provincia di Brindisi ha spiegato che si farà promotrice presso la Regione Puglia della riattivazione dell’impianto di affinamento dei reflui di Mesagne e per l’avvio della rete di distribuzione delle acque affinate nei territori attraversati dal canale.
Ora, il primo passo da fare è l’instaurazione di un dialogo con gli imprenditori agricoli e le associazioni di categoria del territorio, confronto necessario affinché questi colgano il vantaggio che risiede nell’utilizzo agricolo delle acque affinate. E, a tal proposito, il Consorzio di Torre Guaceto offrirà il proprio supporto, data l’esperienza sviluppata in questo ambito.
Il secondo passo da fare ed altrettanto importante, rispetto al primo, consiste, invece, nella realizzazione di un progetto che tuteli il corso d’acqua e che, come ipotizzato in prima istanza, preveda l’installazione di telecamere di videosorveglianza nei tratti del Reale che più subiscono l’abbandono dei rifiuti.
Il presidente del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Mario Tafaro ha dichiarato: “Nell’esprimere il più vivo compiacimento per risultati ottenuti e per le iniziative che saranno intraprese, invito i cittadini ad astenersi dal porre in essere atti quali l’abbandono dei rifiuti. Ove queste azioni venissero messe in atto, potrebbero portare al ripristino dell’appena risolta condizione di inquinamento e danneggiare la Riserva”.
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