Categoria: Italia

  • Ambiente, Confeuro: “Trump preistorico e negazionista su cambiamento climatico”

    Ambiente, Confeuro: “Trump preistorico e negazionista su cambiamento climatico”

    “Ancora una volta Donald Trump si dimostra preistorico e negazionista di professione, deciso a riportare le lancette del tempo indietro di un secolo. Dopo le sue disastrose politiche sui dazi, ora torna a negare l’esistenza del cambiamento climatico, con dichiarazioni illogiche e inaccettabili che confermano l’incompetenza del presidente americano su un tema cruciale per il futuro dell’umanità.” Così Andrea Tiso, presidente nazionale di Confeuro, interviene con fermezza dopo le recenti affermazioni del presidente USA, Donald Trump, pronunciate durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. “Negare il riscaldamento globale significa ignorare deliberatamente le evidenze scientifiche e le gravi conseguenze che questo fenomeno sta già producendo. Interi territori sono devastati da eventi climatici estremi e il settore agricolo – in Italia come nel resto del mondo – è tra i primi a subirne gli effetti, con impatti produttivi, sociali e ambientali che mettono a rischio la sicurezza alimentare e la sopravvivenza di molte comunità rurali. Confeuro – conclude Tiso – è indignata da queste parole irresponsabili: è fondamentale che la comunità internazionale resti unita nel contrastare il negazionismo climatico e promuova politiche concrete e lungimiranti per la tutela del pianeta”.

  • Pista ciclabile a Brindisi, le associazioni denunciano criticità: sicurezza e traffico a rischio

    Pista ciclabile a Brindisi, le associazioni denunciano criticità: sicurezza e traffico a rischio

    Lettera aperta all’Amministrazione Comunale  ed agli organi di stampa 

    Le associazioni “Fare verde” e “ Immagina Brindisi” notoriamente, già dai lavori iniziali della pista ciclabile su Viale P. Togliatti e Viale A. Moro, hanno sollevato tutte le criticità progettuali , normative e ambientali (in senso ampio), che incidono negativamente in maniera pregnante sulla sicurezza, sull’igiene, sul traffico veicolare. 

    Abbiamo sottoposto la questione al Sindaco, all’assessore ai Lavori Pubblici, al signor Prefetto, al Dirigente del “ Pronto soccorso” ed al responsabile locale dei Vigili del fuoco : alla fine il Comune ha deliberato per lo smantellamento dell’opera. 

    Ritenevamo che la questione rivestisse priorità, e che, a rigor di logica, i lavori di rimozione avrebbero trovato tempo opportuno nel periodo estivo; passata l’estate invece giunge ai cittadini la notizia che per la rimozione dei cordoli bisogna attendere fine del mese di settembre, quando i cittadini sono entrati a lavoro e ben quattro istituti scolastici hanno aperto i cancelli in prossimità. 

     Non intendiamo entrare nel merito di ciò che, allo stato, riguarda il rapporto tra Amministrazione , la ditta assegnataria e quella subentrata : sta di fatto che ancora oggi i cordoli non sono stati rimossi e in caso di incidenti, ritardo mezzi di soccorso a seguito del restringimento di carreggiata ecc., la responsabilità cade in primis sul Comune al di là dei tempi di risoluzione del contenzioso. 

    Ringraziamo il consigliere Roberto Quarta che, con il piglio che lo caratterizza, ha presentato una interrogazione. 

    Il presidente di “Fare verde” Il presidente di “ Immagina Brindisi” Pietro Porcelluzzi Giovanni

  • Valorizzazione dell’Appia: conferenza stampa a Brindisi per presentare il programma di iniziative UNESCO”

    Valorizzazione dell’Appia: conferenza stampa a Brindisi per presentare il programma di iniziative UNESCO”

    E’ convocata per martedì 23 settembre alle ore 10:30 presso la Sala Colonna del Palazzo Nervegna a Brindisi la conferenza stampa su quanto in oggetto.

    Dal 27 settembre al 13 di ottobre prossimi la Rete Associativa Appia Regina Viarum, d’intesa con i Comuni situati lungo i tratti terminali della Appia Claudia e dell’Appia Traiana e con la Rete delle Cantine per l’Appia, ha predisposto un ricco programma di iniziative tese a valorizzare l’Appia e a costituire reti istituzionali, associative, imprenditoriali e scolastiche per la governance di questo inestimabile patrimonio UNESCO.
    Il programma sarà illustrato nel corso della conferenza anche con la presenza di rappresentanti delle Istituzioni coinvolte.
    La Rete Associativa 
  • Dal 19 al 21 settembre 2025 torna “Puliamo il Mondo”: in Puglia un’ondata di volontari per restituire bellezza ai territori

    Dal 19 al 21 settembre 2025 torna “Puliamo il Mondo”: in Puglia un’ondata di volontari per restituire bellezza ai territori

    Torna anche quest’anno, dal 19 al 21 settembre, Puliamo il Mondo, la storica campagna di volontariato ambientale promossa da Legambiente, che da oltre trent’anni coinvolge cittadini, scuole, associazioni e istituzioni in un gesto concreto di cura del territorio.

    Più che un’azione di pulizia, Puliamo il Mondo è un atto d’amore verso l’ambiente, capace di trasformare luoghi abbandonati e degradati in spazi di bellezza, incontro e partecipazione. È un vero e proprio percorso di cittadinanza attiva che rafforza il senso di comunità e promuove la tutela dei beni comuni.

    In Puglia, saranno tantissimi i circoli di Legambiente impegnati nelle attività, affiancati dai dipendenti di Acquedotto Pugliese e da amministrazioni locali, studenti e associazioni. Insieme, daranno vita a una mobilitazione diffusa per costruire una regione più pulita, più accogliente, più bella.

    Le giornate prevedono non solo la raccolta dei rifiuti in strade, parchi, spiagge e spazi pubblici, ma anche laboratori didattici e attività ambientali creative, pensate per trasformare un gesto simbolico in una vera esperienza formativa, soprattutto per i più giovani.

    Tutti gli appuntamenti pugliesi sono consultabili sul sito ufficiale puliamoilmondo.it e sulla pagina Facebook di Legambiente Pugliafacebook.com/LegambientePuglia.

  • Ambiente, Tiso(Accademia IC): “Italia leader riciclo vetro: rafforzare filiera”

    Ambiente, Tiso(Accademia IC): “Italia leader riciclo vetro: rafforzare filiera”

    “L’Italia è riuscita a essere nel 2024 tra i leader nel riciclo del vetro, superando anche gli obiettivi predisposti dall’Europa per il 2030. Questo si deve soprattutto all’impegno dei cittadini. Nel dettaglio, le tonnellate di imballaggi in vetro riciclati nel 2024 sono salite a 2.102.979, con un incremento del 2,8% rispetto al 2023. Un dato molto significativo e importante. E ancora, dal 2015 al 2024, il vetro immesso al consumo è aumentato dell’11,8%, mentre quello riciclato è cresciuto del 26,6%. Una differenza che conferma l’efficacia del sistema italiano di gestione del riciclo del vetro, seppur con alcune criticità ancora da superare. A partire dai divari territoriali. Come accade spesso in Italia, infatti, non ci si dimostra coerente a livello regionale, con forti disparità locali. Queste differenze mettono in evidenza quanto sia ancora necessario investire in infrastrutture e campagne di sensibilizzazione nelle aree meno virtuose. Perché il riciclo del vetro non è solamente una buona pratica, ma un’abitudine diffusa su tutto il territorio nazionale. Il settentrione si dimostra ancora una volta più pronto ed efficace nel riciclaggio del vetro rispetto al meridione. In tutti i modi, come sistema paese, insomma a livello nazionale, la filiera del vetro italiana risulta efficace ed efficiente, ma chiaramente va rafforzata e sedimentata. E questo deve avvenire innanzitutto implementando la partecipazione attiva dei cittadini e con politiche mirate e concrete da parte dello stato, nella convinzione maturata che riciclare vuol dire difendere il nostro ambiente e la nostra comunità”.

    Così, in una nota, Carmela Tiso, portavoce nazionale di Accademia Iniziativa Comune e presidente della associazione Bandiera Bianca

  • Legambiente Puglia:Ecosistema Scuola 2025: i dati del XXV rapporto

    Legambiente Puglia:Ecosistema Scuola 2025: i dati del XXV rapporto

    In Italia suona la campanella per milioni di studenti, ma la scuola pubblica continua a restare indietro su edilizia scolastica, sostenibilità e servizi con forti disuguaglianze territoriali. Calano gli stanziamenti per la manutenzione straordinaria

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  • Enel chiede la proroga della banchina per Cerano: Legambiente, “Grave retromarcia, si blocca la riconversione”

    Enel chiede la proroga della banchina per Cerano: Legambiente, “Grave retromarcia, si blocca la riconversione”

     Enel ha presentato all’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale una richiesta di proroga quadriennale della concessione della banchina e delle aree a terra e a mare della centrale di Cerano, necessarie al prelievo e allo scarico delle acque di raffreddamento.
    Una domanda che sorprende e allarma: l’impianto termoelettrico “Federico II” è fermo da ottobre 2024, in anticipo sulla chiusura fissata a dicembre 2025 dal phase-out dal carbone deciso da Governo e UE. È tuttora vigente un’AIA che impone la dismissione entro fine 2025 e nessun atto ministeriale l’ha modificata: un’eventuale deroga richiederebbe dunque nuova procedura autorizzativa, a valle della revisione del PNIEC e del piano europeo di decarbonizzazione.

    Il Governo ha ipotizzato di mantenere alcune centrali a carbone in “riserva fredda” fino al 2038 per ragioni di sicurezza energetica. Una scelta ingiustificata: il riavvio di un impianto a carbone richiede tempi e procedure incompatibili con vere emergenze di rete. La risposta credibile resta accelerare su rinnovabili e accumuli.

    La proroga richiesta contraddice gli impegni assunti e rischia di bloccare la riconversione già avviata: sono 46 le manifestazioni di interesse depositate per progetti alternativi alla centrale. Tra queste Green Independence, finanziato con 7,5 milioni di euro dalla Regione Puglia, per energia rinnovabile, idrogeno verde e desalinizzazione, che utilizzerebbe le opere di presa d’acqua della centrale dismessa. La richiesta di Enel punta invece a mantenerle al servizio dei sistemi di raffreddamento (per riserva o addirittura esercizio?), compromettendo coerenza e tempi della transizione.
    Effetti negativi sono attesi anche su logistica, cantieristica e industria portuale, con oltre mille posti di lavoro potenziali a rischio, soprattutto se alla proroga seguisse un rinnovo a Costa Morena per lo sbarco/movimentazione.

    Legambiente Puglia: «Siamo di fronte a una grave retromarcia. La proroga chiesta da Enel e le ipotesi di rinvio del phase-out non hanno basi normative né tecniche. Brindisi ha bisogno di rinnovabili, innovazione e lavoro sostenibile, non di allungare la vita a un modello fossile del passato».

    Legambiente annuncia iniziative in tutte le sedi istituzionali e legali per fermare una scelta che mette a rischio la transizione ecologica e il futuro industriale del territorio, verificando la legittimazione della richiesta, degli atti conseguenti e le motivazioni tecniche addotte.

  • Mare Monstrum 2025: in Puglia un mare sotto assedio

    Mare Monstrum 2025: in Puglia un mare sotto assedio

    Alla vigilia del quindicesimo anniversario dell’omicidio di Angelo Vassallo, Legambiente presenta il report “Mare Monstrum” 2025 con i numeri e le storie sull’assalto criminale al mare 

    Il 2024 annus horribilis per le coste italiane: è boom dell’aggressione illegale.
    25.063 (+9,2% rispetto al 2023) i reati accertati e 44.690 (+21,4%) gli illeciti amministrativi.
      Una media di 9,5 violazioni per km di costa.
    Il 50,5% dei reati si concentra nelle regioni a tradizionale presenza mafiosa:
    Campania, Puglia, Calabria, Sicilia

    Il ciclo illegale del cemento la prima minaccia: rappresenta il 41,2 % degli illeciti penali.
    Crescono i reati legati all’inquinamento (+24,4 % rispetto al 2023), alle violazioni al Codice della navigazione e nautica da diporto (+9,4%) e alla pesca illegale (+6,7%) 

    Cemento illegale, inquinamento, pesca di frodo e violazioni del Codice di navigazione: il 2024 è stato un annus horribilis per le coste e i mari italiani, con un boom dell’aggressione illegale. Nel 2024 sono stati ben 25.063 i reati accertati dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto, +9,2% rispetto al 2023, di cui 12.663 (il 50,5%) nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa. In particolare, anche quest’anno la Campania prima in classifica con 4.208 illeciti penali, poi Sicilia (3.155), Puglia (2.867) e Calabria (2.433). Al quinto posto il Lazio (1.696 reati) e al sesto la Toscana (1.687). Ad aumentare in maniera ancora più significativa gli illeciti amministrativi: 44.690, +21,4% rispetto al 2023. Per un totale, sommando reati e illeciti amministrativi, di 69.753 violazioni, con una media di 9,5 per km di costa, uno ogni 105 metri.
    A primeggiare si confermano i reati relativi al ciclo illegale del cemento, a cominciare da quelli connessi all’abusivismo edilizio, (10.332, +0,7% rispetto al 2023), che costituiscono il 41,2% del totale di quelli accertati nel 2024. La crescita più consistente si registra sul tema dell’inquinamento, dalla mala depurazione al ciclo illegale dei rifiuti, con 7.925 reati (+24,4% rispetto al 2023). Balzo anche delle violazioni del Codice di navigazione e nautica da diporto, anche in aree protette, con 2.253 reati (+9,4% rispetto al 2023) e dalla pesca illegale con 4.553 reati (+6,7% rispetto al 2023).

    La denuncia arriva dal report “Mare Monstrum” 2025 di Legambiente, elaborato su dati delle forze dell’ordine e delle Capitanerie di porto, frutto di 935.878 controlli eseguiti nel 2024. 

    Nel 2024 cresce il numero delle persone denunciate (26.902, +5,3% rispetto al 2023) e crescono i sequestri (+1,3%). Diminuiscono invece gli arresti (-33,8% rispetto al 2023) e le sanzioni amministrative (-19,6%), imputabile ad un assestamento dopo il forte incremento dell’anno prima. Misurando, invece, i dati dei reati e illeciti amministrativi in base all’estensione delle coste, emerge una nuova classifica dell’illegalità che vede al primo posto la Basilicata (33,6 reati per chilometro), poi Emilia-Romagna (29,9 reati per km), Molise (25,1 reati per km), Veneto (22,9 reati per km) e Campania (20,4 reati per km).

    Contro l’abusivismo, la mala depurazione, la gestione illecita dei rifiuti e la pesca illegale, Legambiente ribadisce l’urgenza di rafforzare, il ruolo e le attività di competenza di tutte le istituzioni coinvolte attraverso 10 priorità per la tutela dell’ecosistema marino. Tra queste, il ripristino dell’efficacia dell’art. 10-bis della legge 120/2020 che affida ai Prefetti l’abbattimento degli abusi edilizi non demoliti dai Comuni, l’istituzione di fondi strutturati per garantire le demolizioni degli immobili illegali; il completamento e potenziamento dei sistemi fognari e di depurazione con una gestione integrata del ciclo idrico e dei rifiuti; l’aggiornamento della normativa sul riuso di reflui depurati e fanghi, specie nel settore agricolo; l’adozione di misure efficaci contro la pesca illegale e gli scarichi illeciti in mare

    “Nel quindicesimo anniversario dell’uccisione di Angelo Vassallo – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – torniamo ad onorarne il coraggio nel contrasto a speculazioni e illegalità, portando all’attenzione dati e storie che raccontano l’assedio crescente alle nostre coste. In difesa del mare non arretriamo di un passo, grazie al lavoro di monitoraggio, volontariato ambientale e denuncia portato avanti con la nostra campagna storica Goletta Verde, l’indagine Beach Litter e le iniziative di Spiagge e Fondali Puliti. Il nostro ecosistema marino ha bisogno di un cambio di passo deciso, per questo rilanciamo dieci proposte a Governo, Parlamento, Regioni e Comuni, mettendo al centro il contrasto all’abusivismo edilizio e alle occupazioni del demanio, gli investimenti per la depurazione e il riuso delle acque, specie in settori strategici come quello agricolo, e misure contro la pesca illegale e l’inquinamento da rifiuti. Un piano concreto per rafforzare legalità, tutela ambientale e sicurezza”.

    “I dati relativi alla Puglia – dichiara Daniela Salzedo, presidente di Legambiente Puglia – confermano una situazione particolarmente critica lungo le nostre coste, che Legambiente denuncia da tempo. Con 2.867 reati accertati nel 2024, a fronte di poco più di 114mila controlli effettuati, la nostra regione si colloca al terzo posto a livello nazionale per illegalità ai danni del mare. Una realtà preoccupante, ma al tempo stesso sotto l’attenzione delle forze dell’ordine, come dimostra l’elevato numero di controlli effettuati sul territorio.” 

    Ciclo illegale del cemento: Dall’abusivismo edilizio alle occupazioni illecite del demanio marittimo fino alle cave fuorilegge, la Campania è in testa alla classifica del mare violato nell’ambito della filiera del cemento illegale con 1.840 reati accertati (il 17,8% del totale nazionale). Primato confermato, inoltre, dal numero di persone denunciate (2.073) e arrestate (4), e dal numero dei sequestri (343). Al secondo posto la Puglia con 1.219 reati accertati (l’11,8% del totale nazionale). Seguono Sicilia con 1.180 reati (l’11,4%), Toscana con 946 reati (il 9,2%), Calabria con 869 reati (l’8,4%), il Veneto con 746 reati (il 7,2%) e il Lazio con 649 reati (6,3%).

    In particolare, in Puglia, la costa ionica è da sempre prediletta dalle mire degli abusivi. A Nardò, a ottobre è stato contestato il reato di lottizzazione abusiva a cinque persone per aver realizzato una residenza turistica non autorizzata al posto di un agriturismo, mentre a Gallipoli i militari hanno sequestrato un cantiere nel quale il proprietario stava ampliando senza titolo un immobile con la realizzazione di due vasche da adibire a piscine idromassaggio. Ma anche a Bari, la Capitaneria di Porto ha denunciato quattro persone e posto sotto sequestro un cantiere di oltre 2mila metri quadrati dove si stavano costruendo ville a schiera senza autorizzazione su un’area demaniale. 

    Inquinamento: Il 31,6% dei reati contestati sono riconducibili a depuratori inesistenti o mal funzionanti, a scarichi fognari abusivi e sversamenti illegali di liquami e rifiuti. La Campania si conferma prima in classifica con 1.264 reati accertati (il 15,9% del totale nazionale). Primato che viene confermato per le persone denunciate e arrestate (1.341), e i sequestri (729). Al secondo posto sale la Calabria, (1.137 reati accertati, il 14,3% del totale), poi la Puglia con 936 reati (11,8% dei reati nazionali), la Sardegna con 794 reati (il 10%), il Lazio con 707 reati (l’8,9%), la Sicilia con 699 (8,8%) e la Liguria con 396 reati (il 5%).

    Pesca illegale: La terza tipologia di illeciti penali più accertati nel 2024 riguardano la pesca di frodo, che rappresenta il 18,2% del totale. La Sicilia è in testa con 898 reati, il 19,7% del totale nazionale. Seguono Puglia (567 reati) e Liguria (564 reati). La Sicilia prima anche per la quantità di prodotti ittici sequestrati, con 343.630,7 chilogrammi, seguita da Sardegna (230.574,2 kg) e Toscana (95.133 kg).

    10 proposte: 1) Ripristinare l’efficacia dell’art.10-bis della legge 120/2020, affidando ai Prefetti l’abbattimento degli abusi edilizi non demoliti dai Comuni. 2) Finanziare con 100 milioni l’anno il Fondo per i Comuni che demoliscono abusi edilizi e destinare 50 milioni l’anno a procure e prefetture per l’esecuzione delle sentenze di condanna. 3) Rafforzare il contrasto alle occupazioni abusive del demanio marittimo per ripristinare la legalità, tutelare l’ambiente e garantirne la fruizione pubblica. 4) Introdurre sanzioni penali per dirigenti che non applicano le norme contro l’abusivismo edilizio e per i funzionari delle aziende erogatrici che stipulano contratti illegittimi con proprietari di immobili abusivi. 5) Rilanciare, a livello locale e nazionale, la costruzione e l’adeguamento dei sistemi fognari e di depurazione, integrando la gestione del ciclo idrico con quella dei rifiuti. 6) Aumentare la circolarità delle acque reflue e dei fanghi di depurazione, puntando su riuso (non è stato ancora emanato il DPR su questo tema), recupero di materia ed energia, e aggiornando la normativa con regole chiare “end of waste”. 7) Garantire la piena attuazione della Direttiva UE 2019/883 sugli impianti portuali per la raccolta dei rifiuti delle navi e introdurre divieti stringenti per lo scarico in mare, come zone speciali di divieto anche oltre le 12 miglia dalla costa. 8) Promuovere politiche attive e misure per la prevenzione nella produzione e per la lotta all’abbandono e la dispersione dei rifiuti, per la migliore tutela del mare e della costa. 9) Potenziare i controlli delle Agenzie regionali e provinciali protezione ambientale attraverso il Sistema Nazionale SNPA, rendendo operativa la legge 132/2016 con l’approvazione dei decreti attuativi mancanti. 10) L’adozione, da parte del Governo e del Parlamento, di adeguati interventi normativi con sanzioni efficaci contro la pesca illegale, non dichiarata e non documentata, per la tutela dell’ecosistema marino.

  • Erosione Costiera: sfide, soluzioni e prospettive future

    Erosione Costiera: sfide, soluzioni e prospettive future

    Se ne parlerà giovedì 4 settembre dalle 10:00 in Sala di Rappresentanza a Palazzo di Città

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  • Allarme a Brindisi: abbandoni e degrado mettono a rischio la salute dei cittadini

    Allarme a Brindisi: abbandoni e degrado mettono a rischio la salute dei cittadini

    È vera e propria emergenza abbandoni nella città di Brindisi. Mentre si susseguono riunioni improduttive, utili solo a commentare lo stato delle cose e non i risultati ed i correttivi  alle azioni da mettere necessariamente in campo, la città sprofonda in un degrado che mina anche la salute dei cittadini. Per le strade e nelle piazze si trova di tutto in quantità industriali segno evidente di un

    vero e proprio traffico di rifiuti difficilmente riconducibile all’azione illegale del singolo cosiddetto “incivile” dietro il quale nascondere le inefficienze dell’intero sistema gestionale e dei controlli. Oltre le quantità preoccupa la tipologia dei rifiuti abbandonati alcuni classificati come speciali in quanto pericolosi per l’ambiente e la salute dei cittadini. Vernici, solventi, amianto ma anche materiale biologico come le sacche piene di urina abbandonate nella centralissima Piazza Crispi. Urge, quindi, una vera e propria campagna di contrasto con l’ausilio di uomini/donne e mezzi. Alle migliaia di multe comminateogni anno agli automobilisti per violazioni del codice della strada sarebbe auspicabile seguisse pari impegno ed intensità per il contrasto e la prevenzione dei reati ambientali con il supporto delle guardie volontarie e la dotazione di dispositivi di videosorveglianza previsti da capitolato più volte annunciati e mai realmente installati ed attivati. Non trovano, quindi, giustificazione né carenze di organico né l”indisponibilità di risorse . La credibilità e la fiducia solo elementi imprescindibili per traguardare risultati positivi nell’interesse della comunità.

    Giuseppe Zippo